Una strada “facile” soltanto in apparenza
Sono passati trent’ anni da quando, per mancanza di conoscenza, si procedeva con metodi addestrativi “forti”, e ancora oggi sento parlare di gente che propone l’utilizzo di strumenti inibitori o coercitivi per ottenere velocemente i risultati auspicati dal cliente di turno.
Non servono collari a scorrimento per insegnare al cane a non tirare, non servono strattonate per spiegare che desideriamo svoltare a destra piuttosto che a sinistra, non è necessario un guinzaglio corto per far camminare il cane vicino a noi ne tantomeno il ricorso a rumori metallici forti e fastidiosi per inibire determinati comportamenti non graditi.
Tutto questo è a dir poco NOIOSO, già, per me è terribilmente noioso sentire sempre le stesse storie che vanno avanti da trent’anni ormai, ovvero quando io giocavo con i LEGO, e ancora sopravvivono talvolta nei luoghi più insospettabili.
“Il capobranco sei tu; non consentire al tuo cane di dormire su posizioni elevate perché tenderà poi a dominarti sentendosi capobranco; il cane mangia dopo di te; se fa la pipì in casa mettici sopra il muso mentre lo sgridi; prendi il giornale e sgridalo facendo rumore o battendoglielo addosso…..”
Tutto questo ha un nome preciso, si chiama INIBIZIONE, e non ha nulla a che vedere con l’Educazione, tantomeno con l’Addestramento etologicamente corretto!
Sin qui ho citato la richiesta precisa di risolvere un dato problema in tempi brevi chiamando in causa i proprietari. Ma siamo tutti proprietari me compresa e, prima di essere ciascuno qualcosa di specifico nella propria vita personale e professionale, siamo individui che si preoccupano di dare il meglio al nostro amico 4zampe, questa specifica per dire il più chiaramente possibile, e senza fraintendimenti, che a mio parere, e per esperienza diretta, qualsiasi proprietario è in grado di comprendere perché “Presto e Bene” non possono andare d’accordo quasi mai, poiché il più delle volte è necessario il tempo giusto, anche lungo, ma con la certezza di aver risolto qualcosa crescendo insieme.
Ma tutto questo ha bisogno di una adeguata spiegazione, supportata da metodo, consapevolezza, conoscenza e pazienza, tutte caratteristiche che fanno di un educatore/addestratore qualsiasi un discreto educatore/addestratore; dico discreto e non mi sbilancio ancora, perché per essere bravi, ma bravi davvero non basta risolvere, occorre risolvere BENE, che per me vuol dire risolvere con un cane felice, in certi casi trasformato, un cane che ha allargato i suoi orizzonti esperienziali insieme al suo umano di riferimento o famiglia che sia, acquisendo strumenti nuovi che gli consentano di gestire quegli stati emotivi che innescavano il comportamento problema, sempre a causa di un disagio specifico.
Quindi? … Questo cosa significa?… Sarò breve, significa code in movimento, postura aperta al mondo, orecchie dritte e sguardo curioso. Mi spiego meglio con un esempio forse troppo semplice ma chiaro: se un cane aveva difficoltà/disagio nei confronti di collare o guinzaglio all’inizio del percorso, allora mi aspetto che alla fine appena mi vede con l’oggetto in mano inizi a scodinzolare felice, non vada in evitamento, e si sieda vicino a me sereno e pronto a farsi agganciare il moschettone del guinzaglio per la nostra passeggiata quotidiana.
Ecco, questo per me significa aver lavorato bene, e sapersela cavare da bravi professionisti (essere bravi, ma bravi davvero)
Quindi, non mi accontenterò mai di un cane che si mette in un angolo, abbassa le orecchie aspettando il mio avvicinamento, intanto distoglie lo sguardo dal mio, e con poca o tanta rigidità del collo accetta con riluttanza che io agganci il guinzaglio per la nostra uscita.
E’ LUI CHE DESIDERO MI VENGA INCONTRO FESTOSO, NON DEVO ESSERE IO A PLACCARLO PER IMPORGLI L’USCITA.
Ma come si arriva a tutto questo?
Certamente non con l’inibizione, che come cita il titolo è la strada più “facile” ma solo all’apparenza. Soltanto per quelli che si accontentano di avere un cane sottomesso e smorzato nel suo entusiasmo, per quelli che accetteranno di dover mantenere il metodo inibitorio anche a casa, una volta finito il percorso, una strada possibile solo per chi è disposto a rinunciare per sempre a lato più meraviglioso dei nostri compagni 4zampe: l’Amicizia e la gioia di vederla crescere e maturare giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza!
Senza mai dimenticare cosa ci insegnano le attuali ricerche scientifiche: Un comportamento represso con l’inibizione non estingue il problema se non si và alla radice di ciò che genera disagio nel singolo individuo, ma piuttosto produrrà, più o meno ravvicinati nel tempo, altri comportamenti problematici e indesiderati spesso più gravi.
Un dischetto di Fisher sul muso o sul posteriore di un cane all’improvviso si chiama Inibizione, non spiega nulla al cane e di solito è utilizzato da chi non ha nulla da spiegare semplicemente perché non sa; un oggetto lanciato per interrompere un comportamento non desiderato è pura mancanza di conoscenza, che si chiama ignoranza, quella di chi altri strumenti non usa, perchè altri strumenti non possiede, perché, se per insegnare bisogna sapere, per Educare è indispensabile Essere.